Alla scoperta di Pesaro sulla Bicipolitana
Hai raggiunto la stazione dei treni di Pesaro e sei impaziente di partire per il viaggio, hai perfettamente ragione, ma sei sicuro di volerti incamminare senza aver prima visto il mare? E’ semplicissimo, segui questi passaggi.
1) Tieni la destra appena uscito dalla stazione e passa sotto il cavalcavia dopo la rotonda, hai imboccato viale XXIV Maggio, continua e segui tutta via Monzoni. All’incrocio di Viale Cialdini gira a destra (di fronte a te ci sono le indicazioni stradali per il mare), mantieni la destra e svolta a sinistra alla prima strada dopo il sottopassaggio di via A. De Gasperi, continua per 500 m e imbocca sulla sinistra lo stradello ciclabile della linea 5 “mare” (fondo azzurro), sottopassaggio pedonale e sei arrivato. 2,5 km circa.
2) Segui Via Trieste da un capo all’altro sul percorso ciclabile della Linea 2 della Bicipolitana “Porto – Fosso Sejore”, a metà strada fermati ad ammirare la Sfera Grande in bronzo di Arnaldo Pomodoro nel piazzale della libertà e Villa Ruggeri.
2a) Da qui è anche possibile attraversare il centro storico imboccando Viale della Repubblica (tratto della Linea 1 Bicipolitana), molti punti d’interesse si trovano in questa zona di Pesaro: Rocca Costanza, Duomo, Palazzo Ducale, Piazza del Popolo; ancora dritto e si arriva alla stazione. 5 Km anello completo.
2b) Dal porto si segue la Linea 1. (arancione) della Bicipolitana Porto – Centro – P.le Libertà per tornare ugualmente in stazione. 7 km anello completo.
Il parco del Miralfiore
Nel cuore della città, a ridosso della stazione ferroviaria e collegata da un sottopassaggio, si estende il parco urbano del Miralfiore.
Il giardino della villa, privato e non visitabile, è attorniato da un bosco storico (in parte pubblico) che conserva esemplari vetusti e spettacolari pini domestici e d’aleppo, lecci, rovelle, tigli.
Parte della proprietà (oggi pubblica) era una florida azienda agricola. Al suo interno sono visibili elementi di un antico paesaggio agrario come filari di alberi da frutto e di salici lungo i fossi, la parcellizzazione dei campi per antiche rotazioni, tracce di antiche vigne.
Il parco è attraversato da una pista ciclabile e da una pedonale circondata da alberi e cespugni ben coltivati.
Alla deriva nelle colline marchigiane
Si guadagna facilmente la periferia della città con la ciclabile, dopo alcuni grossi attraversamenti sarai immerso a pieno ritmo nel verde della campagna pesarese. Il paesaggio incanta e le fioriture inebriano i sensi. Orti, alberi da frutto e brune zolle di terra si alternano sul percorso e completano il quadretto bucolico. La strada cambia versante della valle e si iniziano ad attraversare tanti piccoli paesi.
A Morciola termina il fondovalle e la strada sale verso Colbordolo e Montefabbri.
Colbordolo venne eretto su una collina a ridosso della bassa valle del Foglia intorno al sec. XIII, laddove la statale urbinate, provenendo da Pesaro, supera il fiume e sale in direzione di Urbino. Le sue vicende sono legate ai Montefeltro e alla città di Urbino, qui nacque nel 1435 il pittore Giovanni Santi padre di Raffaello. Si accede al nucleo più antico del borgo attraverso un arco che si apre sotto la torre civica.
E chi se lo sarebbe mai aspettato, il borgo di Montefabbri ci sorprende dietro la curva della strada, da qui sfuggono le parole di bocca da quanto è bello, una piccola roccaforte dall’aspetto inespugnabile, ben visibile il caseggiato interno e la torre campanaria della chiesa di San Gaudenzio, una delle pievi più antiche dell’Arcidiocesi di Urbino. All’interno della cappella di Santa Marcellina in stile gotico (XII secolo) sono conservate le spoglie della Santa omonima. Ma vogliamo parlare di alcuni vicoli? Si fa prima a farsi che a dirsi, giù senza indugi fino alla Porta Urbica, l’unico accesso dell’abitato. Anticamente l’arco sosteneva il ponte levatoio, si possono ancora individuare le nicchie dove rientravano i bracci del ponte.
La libertà in una scultura
Una magnifica scultura in ferro svetta dal campo di una tenuta dalle parti di Montefabbri. L’autore, Gianni Calcagnini, accoglie il viandante nel territorio del Montefeltro, già famoso in passato per essere stato culla di civiltà ed arte. La metafora del cavallo, una puledra araba, che come vuole la leggenda nacque da un vortice di vento, impossibile da fermare e da domare. Il cavallo che salta il globo. Nell’immaginario collettivo rappresenta la libertà senza confini, affascina per la misteriosa alchimia tra armonia e forza. Calcagnini colloca la sua opera rivolta a nord, in modo che la luce la avvolga completamente per infondergli forza ed energia. Il cavallo non ha mai il sole negli occhi perciò non si fermerà, guarderà sempre avanti, affinchè il pensiero possa spingersi lontano, senza impedimenti, alla ricerca di nuovi orizzonti. Un inno alla libertà, una guida, un mezzo di trasporto tra i mondi.
Visitare Urbino in poche e semplici mosse
E’ con immenso piacere (si fa per dire) che Linda rompe la catena della sua bici. Ci ripromettiamo di aggiustarla in serata e continuiamo a piedi per gli ultimi chilometri. Su uno di questi colli si erge Urbino, uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano. Adagiata su ciascun lato secondo le pieghe del pendio, non ha nulla sullo stesso piano e dovunque si deve salire e scendere. Scegliete una delle tante porte d’accesso alla città ed entrate all’interno delle mura. Noi siamo andati subito alla base del Palazzo Ducale passando per Piazza della Repubblica e Corso Garibaldi. Le vie più belle sono quelle meno in vista, un passaggio seguito da scalinata si apre nel muro dei portici di Corso Garibaldi verso la zona bassa della città. Il tempo è tiranno e non riusciamo a raggiungere il Parco della Resistenza prima del buio, ci limitiamo a scattare qualche foto sul camminamento aereo di Porta Valbona e a risalire il pendio opposto in direzione dell’Oratorio di San Giovanni Battista. La vista che abbraccia il Palazzo Ducale nell’ora blu è bellissimo.
Informazioni utili
Dove Dormire ad Urbino: Hotel Tortorina (qualità/prezzo= ottimo)
Camera matrimoniale e colazione a buffet, 42 euro.
Posizione: Buona, 2,o km dal centro. Via Ottaviano Petrucci 4, Urbino PU.
Il complesso turistico Tortorina è composto da un Hotel ristorante con 57 camere e un centro sportivo indoor e outdoor.
Servizi: Parcheggio, garage, aria condizionata, TV-SAT, ristorante, sala congressi, bar.
Ampia Hall all’ultimo piano dedicata a lettura, musica e televisione. Vetrata panoramica sul Monferrato.
Dove cenare ad Urbino: All’interno della struttura, cucina aperta solo nei periodi di alta stagione.
Pizzeria da asporto Marcomagno (forno a legna). Posto a sedere ai tavolini.
Dove cenare ad Urbino:
Posizione: Ottima, 0,2 km dall’Hotel Tortorina, Via Battista Sforza 23, Urbino PU.
Se decidete di passare la serata fuori potete cenare nei vari ristoranti e Pub del centro.
In attesa della cena… Fast food CNF lungo Corso Garibaldi. Potete assaggiare e condire le patatine fritte Belga a doppia cottura con il non plus ultra delle salse.
CNF restaurant è un fast food che si trova ad Urbino e commercializza esclusivamente prodotti freschi e lavorati a mano in sede. Filetti di pollo Italiano allevato a terra e patate della migliore qualità, in aggiunta sempre nuovi prodotti.