Da Pesaro a Roma what else?
Il filosofo e scrittore cinese Lao Tzu (500 a.C.) dice che ogni lungo viaggio inizia sempre con un primo passo, meglio se è un colpo di pedale talvolta. La bicicletta è il filo conduttore di questa vicenda, restituisce il giusto feeling con le cose in questa caparbia traversata dal sapore tutto Italiano. La Pesaro-Roma rispolvera strade e tradizioni antiche, riassapora l’atmosfera magica dei borghi storici e li racchiude in magnifici scenari naturali. Un viaggio a “scartamento ridotto” verso il bello, 420 km di rara bellezza nel panorama Italiano!
In questa avventura mi accompagna Linda. Le sue ultime parole prima della partenza: ” sono ciclisticamente in forma come Margherita Hack fuoriforma”, non c’è problema perchè la parola d’ordine è GODIAMOCELA.
“Le voci dei lettori” – ATTENZIONE!
“Qualche modifica al percorso: i 4 km di ciclabile vecchia flaminia dopo le gole del Furlo sono semi abbandondati ed il fondo è parecchio sconnesso. Dopo Assisi la lunga discesa verso Villafabbrica prima del tratto che segue il letto del fiume è interrotta all’altezza di un paio di ruderi. rovi alti due metri probabilmente la sterrata è stata abbandonata qualche anno fa per problemi di erosione sul fiume. anche più avanti conviene stare alti sulla provinciale perchè la pista lungo fiume è piena di rovi nei tratti alti.
Per il resto gran bel giro. magari da evitare in piena estate. molto caldo.
grazie ancora”
Bici consigliata: Mountain bike o robusta ciclocross.
Giorni in viaggio: 7
Km percorsi: 420
Spese totali sostenute: 350/400 euro
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In questo video sono racchiusi i momenti più belli del viaggio, non lasciartelo scappare!
I luoghi attraversati
PRIMO GIORNO
Dal mare di Pesaro all’entroterra marchigiano, le colline si infittiscono e in breve tempo diventano espressione di un territorio passato alla storia con il termine Montefeltro. Dalle parti di Montefabbri qualcuno potrebbe dirvi:” guarda laggiù il mare!, non si sta prendendo gioco di voi, è proprio così.
Su uno di questi colli si erge Urbino, uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano. Adagiata su ciascun lato secondo le pieghe del pendio, non ha nulla sullo stesso piano e dovunque si deve salire e scendere.
SECONDO GIORNO
Mi piange il cuore al solo pensiero di dover abbandonare Urbino. Il viaggio continua con la prossima tappa. E’ mattina e sto armeggiando con la mia lavagnetta, aggiorno e scrivo a lettere cubitali le sue iniziali: ” Gola del Furlo “. La valle del Metauro è spaziosa e sagomata, insieme alle colline circostanti crea un bel corridoio verde, una specie di condotto a cielo aperto. La mia corsa termina sul fiume Candigliano. Lo stacco è netto, la roccia prende il sopravvento. L’ingresso alla Gola del Furlo è una fenditura alta e stretta all’imbocco della valle. L’effetto sortito è tale e quale a una galleria del vento, forti raffiche contrarie ci destabilizzano e indossiamo abiti pesanti. Fa la comparsa il primo Chiavicotto di epoca romana, edificato per facilitare il deflusso delle acque di scolo al di sotto della pavimentazione stradale.
L’area intorno alla Flaminia SP3, nel tratto compreso tra Acqualagna e Pontericcioli, è ricca di resti di epoca romana: ponti, chiavicotti, brevi tratti di ciottolato dell’antica Via Flaminia e alcune abbazie di epoca successiva (indicazioni stradali).
Il ponte Mallio a Cagli è certamente l’opera più bella che abbiamo incontrato in questa valle, realizzato con estrema cura, sapienza e maestria, quasi perfettamente intatto, riflette i fasti del periodo romano in questo piccolo luogo nel cuore degli appennini.
La natura è totalmente presente. Puoi costruire nuovi ponti, deviare i corsi d’acqua ma la natura rimarrà sempre la padrona indiscussa di queste valli, riappropriandosi dei suoi spazi.
Ai piedi di Gubbio si erge questo magnifico esempio di teatro romano, dall’alto delle gradinate si gode di una vista unica sull’intera valle, mi sento fortunato a trovarmi qui in primavera e all’ora del tramonto, eccezionale.
TERZO GIORNO
Subito pronti. Via! Un bicchiere di scura ed un giro di walzer…mica tanto, bere si ma per dimenticare. La fatica dei giorni scorsi ha trovato residenza sulle mie gambe, le salite del cammino di Francesco non sono di certo una passeggiata. Pellegrini dove siete? In questo cantico delle creature io vedo e sento solo passeriformi di ogni ordine e grado. Un paio di caprioli saltellano bellamente nei cespugli, tutt’intorno case disposte a macchia di Leopardo.
Dopo ogni salita c’è sempre una discesa, eccola che arriva. La fronte si distende ed arriva anche un bel sorriso stampato sulla faccia, devo dire niente male.
Da Valfabbrica armatevi di pazienza perchè ci sono alcuni km di bici a spinta e sudorazione violenta.
Molte delle piante di questo inizio di tappa sono Roverelle e appartengono alla famiglia delle querce. In questo periodo dell’anno sono ancora spoglie e danno una veste invernale al paesaggio.
Basta oltrepassare la collina per essere in un ambiente totalmente nuovo. I prati sono punteggiati di fiori gialli e la dose di verde riaccende il contrasto con l’azzurro intenso del cielo. Gli ulivi riempiono i pendii e mi sembra di sentire quel villano odor d’olive che riempie le strade al momento della raccolta. L’aria profuma di santità, la facciata nord della Basilica di San Francesco ad Assisi è a un tiro di schioppo.
QUARTO GIORNO
Oggi ricarichiamo un po’ le batterie, tappa pianeggiante. I km più impegnativi sono alle spalle. Complimentoni a Linda che è stata davvero brava, questo è il nostro ultimo giorno insieme. Assisi scivola via in un baleno, la discesa è presto fatta. La ciclabile non tarda ad arrivare, giusto un paio di svolte e compaiono i primi cartelli informativi (ottima la segnaletica) con i centri abitati prossimi all’attraversamento: Assisi, Cannara, Bevagna, Montefalco, Foligno, Trevi, Campello sul Clitunno, Spoleto.
La ciclabile scorre su stradine secondarie a basso traffico per alcuni chilometri poi passa in sede propria.
Questa mattina ci vogliamo riservare un po’ di tempo per visitare Bevagna e le sue botteghe artigianali di epoca medievale.
Esiste un vero e proprio circuito delle botteghe artigianali di Bevagna che consente al visitatore di vedere con i propri occhi i metodi di creazione e lavorazione dei prodotti tipici locali. Le principali botteghe sono:
- La cartiera, dove si produce la cosiddetta carta bambagina ricavata dagli stracci.
- La cereria è l’antico laboratorio dove si producono candele in cera d’api.
- Il setificio permette di comprendere il ciclo di produzione della seta, dall’allevamento dei bachi fino alla torcitura del filo.
- Lo zecchiere rivive la nobile arte della coniazione delle monete.
- La spezieria
Per motivi di tempistiche siamo riusciti a visitare solo la cartiera e la cereria, da soli meritano la visita di Bevagna. Ricorda che è indispensabile prenotarsi all’ufficio del turismo (piazza Filippo Silvestri) per poter accedere alle botteghe dei punti 2. 3. e 4. La cartiera è sempre aperta al pubblico e senza l’obbligo della prenotazione.
Il festival delle Gaite è una rievocazione storica di mestieri, costumi e tradizioni per rivivere il paese all’epoca medievale, si svolgerà dal 15 al 25 Giugno 2017.
Il Mercato delle Gaite è oggi annoverato tra le più importanti manifestazioni storiche dell’umbria.
Per il punto 1. e 2. uscirà un articolo interamente dedicato.
Uno dopo l’altro ci vengono svelati i segreti del mestiere, pendiamo dalle labbra di questi maestri di bottega che ci stanno insegnando a realizzare i vari prodotti finiti. A distanza di 10 anni ritorno in queste botteghe e trovo lo stesso affascinante mondo che mi colpì da bambino, nulla sembra cambiato.
Da Bevagna a Spoleto la ciclabile è dritta come un fuso e attraversa la campagna. L’acqua del fiume Teverone scorre accanto a noi, impostiamo il passo e maciniamo chilometri in fretta e furia.
A Spoleto abbiamo talmente tante cose da sbrigare che rimandiamo la visita alla città dopo aver cenato.
Intorno alla rocca si stende un percorso pedonale che domina sulle luci della città e che ci appaga con un bel panorama.
QUINTO GIORNO
Il quinto giorno non inizia nel migliore dei modi, qualche nota amara ce l’ha. La partenza di Linda (O grulla) mi ha un po’ scombussolato, devo risintonizzarmi su un altro canale, si chiama:” nessun’altro, solo te, la strada e i tuoi pensieri”. Linda ha strane abitudini alimentari così mi ha insegnato che se qualcosa dovesse andare storto posso mangiare le primule. Ecco che mi vengono in mente subito le sue parole, una bella apparecchiata bianca del suddetto fiore, non ci penso proprio lontanamente cara Linda!
Come vi dicevo nelle tappe precedenti, non tutte le cose che si trovano in internet sono vere, io probabilmente ho il fiuto per le bufale o per lo meno quelle notizie non totalmente fondate. Ecco che arriva la nota amara.
A causa del terremoto che ha colpito la regione Umbria, la ex ferrovia ciclabile Spoleto-Norcia è chiusa per verifiche di accertamento sulle strutture, pertanto è sconsigliabile addentrarsi sul percorso (un cartello reca l’ammonimento). Si prosegue sulla SS395, traffico assente.
Percorrere la Greenway del fiume Nera significa godere di una trentina di chilometri di strade bianche dai fondi più disparati e bearsi delle bellezze che si hanno intorno. Sentire il torrente che si allontana e ritrovarlo poco dopo che ribolle come un matto sotto ai tuoi piedi. E’ un andirivieni di radure diverse, strade che si elevano aride e che poi ridiscendono verdi e fresche nell’ombra della fitta vegetazione. Le turbolenti ed ossigenate acque del Nera scorrono sotto una galleria vegetale dominata da Salice bianco e Ontano nero.
Al fondo della valle, dopo il borgo di Arrone (uno dei borghi più belli d’Italia), aleggia una nuvola bianca e soffice che svanisce al mio arrivo, è la cascata delle Marmore che nebulizza nell’atmosfera l’acqua in caduta. Permettetemi di dire che non ho mai visto una cascata di questa dimensione.
Un dislivello complessivo di 165m suddiviso in 3 salti. Una delle più alte in Europa. Peccato per la poca portata, la centrale idroelettrica imbriglia l’acqua e regima il flusso al momento del mio arrivo.
I chilometri che ci separano dalla piana di Terni sono sempre meno, tantissime industrie sfilano sotto i miei occhi durante l’arrivo in città. La mobilità dolce non fa parte di Terni, veramente poco bike friendly, alcuni passaggi pedonali ed incroci sono davvero poco rassicuranti. Se volete riposarvi fatelo perchè la città non ha molto da raccontare.
SESTO GIORNO
Ammetto di non essermi documentato però Terni è una città industriale e bisogna prenderne atto. Tuttavia non mi dispiace sapere che la campagna, al di fuori del perimetro del centro abitato, non rispecchia affatto il grigiore della città, due realtà nettamente scollegate. Maneggi, orti, animali, gente che passeggia, gli uccellini cantano che è un piacere. Percepisco il desiderio di vivere all’aria aperta.
A Narni faccio la prima sosta della giornata, entro dalla porta Ternana e parcheggio la bici nei pressi del duomo. Sto seguendo le indicazioni turistiche per “Narni sotterranea” lungo strada Mazzini, nessun varco sospetto ahimè, le indicazioni terminano all’ingresso degli uffici del comune. Eheh Leonardo pensavi di andartene a spasso da solo nelle viscere della terra. Qui vogliono che tu faccia il biglietto. Nessun problema se non fosse che fino ad Aprile le visite sono solo il week end e…. Aprile è dopodomani!!! Questa visita non s’ha da fare, continuerò a visitare le vie del borgo. Alcune vie sono da giù di testa, via Santa Maria Impensole è una tra queste. Credevo di aver visto ogni sorta di capitello ma quello della Chiesa di Santa Maria Impensole li supera tutti.
Nei pressi di Narni Scalo rimango folgorato dall’imponente mole del ponte d’Augusto. Il ponte è di epoca romana ed era utilizzato anticamente per l’attraversamento della gola del fiume Nera. Citato dalle fonti classiche, raffigurato da artisti e viaggiatori, vero capolavoro dell’architettura romana.
Dalla parte opposta del fiume ha inizio la ciclabile Narni – Nera Montoro – San Liberato. L’abbazia di San Cassiano si trova in questo primo tratto (indicazioni a ridosso del monte), raggiungibile a piedi in 5 minuti (mulattiera nel bosco). Le mie speranze d’arrivare al punto tappa prima del buio vanno presto assottigliandosi quando arrivo a Stifone. Le profonde acque sul ponteggio pedonale sono un tuffo al cuore, ci sono diversi metri d’acqua ma riesco a scandagliare il fondo con facilità, chissà quanta vita anima questi fondali, di certo non rinuncio ad una breve visita del borgo e del cantiere navale.
Guadamello e San Vito sono gli ultimi paesini attraversati sulle colline. L’ultimo corso d’acqua di questo viaggio ma non il meno importante è il fiume Tevere. Mi chiama a gran voce dal basso della valle, non perdo tempo e vado ad incontrarlo. Domani sarà lui a guidarmi fino alle porte di Roma.
Il sito archeologico di Ocriculum è situato nei pressi di una grande ansa del Tevere, svolse una precisa funzione strategica e commerciale che consentì un rilevante sviluppo in età imperiale. Della città romana sono ancora visibili le principali strutture: le terme, il teatro, l’anfiteatro, l’area del Foro, i monumenti funerari.
SETTIMO GIORNO
Riparto dal forno di Ponzano Romano facendo incetta di dolci. La titolare mi offre dei buonissimi cornetti all’anice fatti in casa (la ricetta è nell’articolo dettagliato della tappa).
Da Ponzano Romano a Nazzano non riesco a sedere sulla sella perchè il terreno sconnesso è quasi impraticabile, migliora nel parco naturale regionale Tevere-Farfa. Fiano Romano rimarrà nel cuore per due motivi: i panini e porchetta e il sito archeologico Locus Feroniae. Mancano circa 40 km a Roma, è il tratto meno interessante di tutto il viaggio perchè si percorre la via Tiberina per 25 km fino al grande raccordo anulare e si entra nel centro di Roma sulla ciclabile del fiume Tevere.
Pontile sul Tevere nella riserva naturale Tevere-Farfa.
Abbandono la ciclabile lungo Tevere all’altezza di Castel Sant’Angelo ed entro trionfante nella Città del Vaticano. Accompagno la bici e percorro tutta via della Conciliazione nella corsia del pellegrino. Il mio viaggio termina davanti alla Basilica di San Pietro a Roma tra un’opera del Bramante e una del Bernini.
Non ci sono stati numeri, tempi e classifiche, anzi… vado piano e faccio poca strada. Amo soffermarmi, dilungarmi e la mia massima aspirazione é entrare in sintonia con tutto e tutti. Inseguire il bello anche dove sembra non esserci.
IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE
Se sei arrivato a leggere fino qui ti ringrazio tanto e ti chiedo solo un ultimo sforzo.
Il mio articolo non si esaurisce qui! Questo è uno specchietto generico del mio viaggio. Ti chiedo ancora di pazientare un po’ ma ti assicuro che troverai tutto quello di cui hai bisogno per intraprendere anche tu questo itinerario se lo vorrai. Nel prossimo periodo ho intenzione di scrivere tappa per tappa i miei spostamenti in modo che tu possa avere sotto mano i luoghi in cui dormire, mangiare e le spese sostenute. Trovate gli articoli qui sotto oppure nel Home Page di questo blog.
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Tracce GPS disponibili divisi tappa per tappa nel sottomenù “Raccolta tracce GPX”.
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ciao appena tornati dal giro (sotto un caldo infernale) ti aggiorno su qualche modifica al percorso: i 4 km di ciclabile vecchia flaminia dopo le gole del Furlo sono semi abbandondati ed il fondo è parecchio sconnesso. Dopo Assisi la lunga discesa verso Villafabbrica prima del tratto che segue il letto del fiume è interrotta all’altezza di un paio di ruderi. rovi alti due metri probabilmente la sterrata è stata abbandonata qualche anno fa per problemi di erosione sul fiume. anche più avanti conviene stare alti sulla provinciale perchè la pista lungo fiume è piena di rovi nei tratti alti.
Infine da Spoleto verso Norcia non si può stare sulla vecchia ferrovia perchè le gallerie sono chiuse dai tempi del terremoto.
per il resto gran bel giro. magari da evitare in piena estate. molto caldo.
grazie ancora
Olaf
Ciao Olaf! Sono molto contento che ti sia piaciuto il giro, io ero rimasto entusiasta.
Ti ringrazio molto dell’aggiornamento criticità sul percorso, dal mio passaggio sono trascorsi 2 anni e mezzo e probabilmente alcune cose sono cambiate.
La vecchia ferrovia Spoleto-Norcia è formalmente chiusa per accertamenti sulla sicurezza del percorso ma c’è comunque chi la percorre senza troppi problemi, ovviamente ognuno si assume le proprie responsabilità 🙂
L’hai percorsa da nord a sud o al contrario??
Non riesco a trovare con esattezza i tratti che mi hai scritto.
Aggiorno l’articolo con le problematiche che hai riscontrato in modo che tutti possano effettuare deviazioni se lo ritengono necessario.
Spero che tu possa trovare altri spunti di viaggio sul mio blog e buone pedalate!!
Ciao, ho trovato questa pagina tramite bikeitalia,
molto interessante come viaggio…visto che son di Roma ma studio ad Urbino appunto!
ma sarebbe possibile avere la traccia in un unico file e non diviso in tappe?
complimenti per il blog!
Ciao Filippo! Hai perfettamente ragione, il problema è che non ho mai fatto una traccia unica ma solo parti di questa, dando così la possibilità a chi non ha intenzione di farla tutta di trovare subito il tratto interessato. Se non l’hai già fatto puoi scaricare gratuitamente i file gps del percorso dal menù “raccolta tracce GPX”.
Grazie mille per l’apprezzamento, fa sempre molto piacere!
Se ti servono informazioni o consigli di qualsiasi tipo sono sempre a disposizione, ciaoo.
Mi riaggancio al messaggio di prima e ne approfitto per dirti in anteprima che questa primavera/inizio estate partirò da Faenza sulla via Emilia per arrivare ai siti Etruschi nell’Etruria (Tarquinia) dopo 450 km circa. Il percorso è molto vario e uscirà ufficialmente tra qualche mese, bene ora tutti lo sanno :P.
Tarquinia e Faenza non sono distanti rispettivamente da Roma ed Urbino, sei nelle condizioni per poterlo fare senza tanti spostamenti. Se ti piace l’idea ti consiglio di mettere un like e seguire la pagina facebook del blog per rimanere aggiornato ;).
Bellissimo!
Bravissimi!
Mi piacerebbe farlo ‘al contrario’ e questo blog sono sicuro che prima o poi mi aiuterà, sono romano ed innamorato di Pesaro da quando sono nato, la città dove la mia famiglia trascorre le vacanze estive da una vita, per me la bicicletta con tutto l’amore e la passione che si porta dietro significa soprattutto Pesaro.
Continuate così!
Un abbraccio!
Ciao Simone!! Grazie per averci reso partecipe del tuo sogno nel cassetto. Sento che friggi dalla voglia di arrivare a Pesaro in bici, che aspetti… basta un colpo di pedale per staccare i piedi da terra! 🙂
Credo che sia ugualmente fattibile farlo al contrario. I tratti impegnativi rimangono più o meno gli stessi: Appennino centrale, Cammino di Francesco (Gubbio Assisi), pensandoci potrebbe diventare un po’ più complicata anche la Greenway del fiume Nera a causa del fondo un po’ rovinato (sempre leggermente in salita nel tuo caso) ma niente di complicato.
I tratti più semplici sono: Il Tevere, Spoleto-Assisi, Urbino-Pesaro, forse anche Gubbio-Urbino si semplifica un po’. Non ti va male male.
Le tracce tappa per tappa sono scaricabili gratuitamente dal mio blog al menù “Raccolta tracce GPX”.